Storia del Marzocco, simbolo di Firenze da 600 anni
FIRENZE – Compie 600 anni la statua del Marzocco di Donatello, presa a simbolo anche del Rotary Firenze Nord che in quest’anno 2019 festeggia i suoi primi 45 anni. Insieme al David di Michelangelo è considerata uno dei più famosi simboli della città di Firenze. La sua storia è stata raccontata mercoledì 16 ottobre ai Soci del Rotary Firenze Nord da Eugenio Giani presidente del Consiglio Regionale della Toscana. Tra gli ospiti anche il professor Giovanni Cipriani, docente di storia all’Università di Firenze.
Il leone di Firenze
Cosa ci fa un leone, emblema della potenza dell’antica Roma, con uno scudo dove è rappresentato il giglio fiorentino? Quello rosso in campo bianco «per diversità fatto vermiglio» per dirla con Dante, così trasformato dai vincitori Guelfi fiorentini nel 1250 dall’originario iris ghibellino bianco in campo rosso. Donatello, ispirato da Cosimo I, ha l’intuizione – racconta Giani – di simboleggiare una sorta di «staffetta» tra la Firenze romana e quella medievale.
È il Marzocco, il cui nome deriva da ‘Marticus’ il leone di Marte dio della guerra secondo la mitologia romana. L’originale statua di Donatello, scolpita nel 1419, resta fino al 1865 sull’Arengario di Palazzo Vecchio. Quindi per l’erosione del tempo («è pietra arenaria» precisa Giani) viene trasferita all’interno del Palazzo del Bargello e sostituita con una copia collocata al medesimo posto.
Ma ci sono anche tanti altri leoni disseminati nella città, tante statue non celebri come il Marzocco ma testimonianza perenne del simbolo della città. Come pure i tanti leoni vivi tenuti dal XIII secolo nello scantinato di Palazzo Vecchio, che danno anche il nome alla via dei Leoni, che costeggia da sud il palazzo del Podestà. Nel 1550 il «serraglio» fu trasferito in quell’area tra la basilica della S.S. Annunziata e l’attuale sede dell’Università in piazza San Marco, che oggi ospita il complesso dell’Istituto Geografico Militare. Vi rimasero fino al 1777 quando il serraglio fu abolito dal granduca Leopoldo II.
La leggenda di Ercole
Il professor Cipriani da parte sua ha ricordato tra l’altro che una delle leggendarie ipotesi della nascita di Firenze è attribuibile a Ercole, che per sanare la piana paludosa alle pendici di Fiesole avrebbe tagliato il colle tra Signa e Montelupo, rimuovendo un grosso macigno (la Gonfolina) che impediva il deflusso delle acque. Rimase il letto di un fiume al quale venne dato il nome Arno, che in lingua aramaica significa «leone vittorioso». Questa anche la suggestiva ipotesi riportata nel volume «Il Marzocco» (di Alessandro Del Meglio, Maria Carchia, Roberto Manescalchi) che il presidente Giani ha portato in regalo al Rotary Firenze Nord e che è a disposizione di tutti i Soci.
Il Marzocco «rotariano»
All’inizio della serata rotariana sono stati ricordati i 45 anni del Rotary Firenze Nord, che nel 1974 scelse proprio il Marzocco come simbolo del Club per testimoniare la vicinanza alla storia della città, così ben sintetizzata dalla celebre statua di Donatello. In un breve video di sono state passate in rassegna alcune delle tappe del club, che sono state raccontate anche dal «decano» dei Soci Sergio Barghini (43 anni di iscrizione al Club) in un suo appassionato intervento. La past president Antonia Antinolfi ha quindi consegnato un Paul Harris Fellow al socio Angelo Vidaich, decisa nell’annata 2018-2019, per la sua costante partecipazione alla vita del Club.