Simone Graziano, quando il jazz parla fiorentino
FIRENZE – Interclub al ritmo di jazz quello di giovedì 6 febbraio tra i Rotary Club Firenze Certosa e Firenze Nord. A occhi quasi sempre chiusi e le mani che scorrono in libertà e pacatezza sulla tastiera del pianoforte, Simone Graziano, quarantenne compositore fiorentino, ci regala una serata di vere emozioni. Anche per i più scettici e abituati a pensare che la parola jazz sia quasi sempre abbinata solo a strumenti a fiato.
«Simone Graziano, quando il jazz parla fiorentino» questo il tema scelto per la serata dal Presidente del Rotary Firenze Certosa Giorgio Vannozzi, che presenta l’ospite ricordando la sua passione per il pianoforte iniziata ad appena 7 anni e già con una decisa virata verso il jazz a 13 anni. Studi classici al Liceo Michelangelo (e qui parte l’applauso di quanti tra i presenti in sala al Westin Excelsior Hotel hanno frequentato negli anni lo stesso istituto) e quindi un diploma nel 2003 col massimo dei voti in pianoforte classico presso il Conservatorio «Luigi Cherubini» di Firenze. Ma l’attenzione verso il linguaggio del jazz è già viva e darà i suoi frutti a breve.
Nel 2009 esce il primo disco «Ligtwalls» che lo distingue rapidamente tra i primi nuovi talenti italiani. Ultimo in ordine di tempo è «Sexuality» appena uscito nel Novembre 2019 (qui il video clip).
Jazz, musica universale
«Passione a parte, qual è la carta vincente del jazz?» viene chiesto a Simone Graziano. «Senza dubbio la sua universalità e trasversalità – risponde senza esitazione l’artista – perché il jazz è una musica di incontro tra popoli e civiltà al di là di tante distinzioni etniche e sociali. Una musica di apertura e proprio per questo universale».
Durante la sua serata rotariana Simone Graziano regala numerose e applauditissime esibizioni. Brani noti come «O que será que será» di Chico Buarque, a «Day dreaming» dei Radiohead, ad «Autumn leaves» dedicata in particolare alla sua emozionatissima mamma signora Paola Martinetti, presente in sala. Ma ancora altri brani, quasi tutti con arrangiamenti improvvisati, come nelle regole base del jazz. Non poteva mancare un bis, per il quale Simone Graziano ha scelto l’inossidabile musica di «Almeno tu nell’universo» tra gli applausi di un pubblico attentissimo. Cosa piuttosto rara per quello rotariano.
Per saperne di più : visita il sito web www.simonegraziano.it