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Incontro tra il Rotary Blois e il Rotary Firenze Nord

Il Rotary Firenze Nord in trasferta ai Castelli della Loira (FOTO)

Incontro tra il Rotary Blois e il Rotary Firenze Nord
Benoît Martin e Sandro Addario al Rotary Club Blois

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FIRENZE – Quasi 3.000 chilometri percorsi, 8 note località visitate insieme alle sale e ai giardini di 6 celebri Castelli della Loira. Incontrati i rappresentanti di 7 Rotary Club francesi: da Annecy ad Amboise, da Blois ad Arles. Questi «i numeri» del viaggio del Rotary Club Firenze Nord in Francia, dal 17 al 23 settembre 2019, sulle tracce di Leonardo da Vinci e Caterina de’Medici, 500 anni dopo. 

Martedì 17

Pomeriggio ad Annecy

Partiamo di buon’ora da Firenze in pullman, un mezzo che favorisce la squadra e la comodità, specie per chi ha, come sempre, qualche bagaglio in più. Un rapido snack prima del tunnel del Monte Bianco, eccezionalmente sgombro da traffico. Di fatto quasi una corsia preferenziale tutta per noi. Quindi l’arrivo ad Annecy, capoluogo dell’Alta Savoia che ci accoglie con un bel sole tutto settembrino. 

Appena il tempo di un rapido giro tra i canali della «Venezia francese» e quindi un incontro al Novotel con Colin Reeve, governatore del 1780° Distretto del Rotary International, proprio in quel giorno in visita al Rotary Club Annecy. All’aperitivo sono venuti a salutarci anche i rappresentanti degli altri due Rotary Club della zona: Annecy Rive Gauche e Annecy Val de Fier. Per tutti la parola chiave «Firenze» è stato un gran richiamo insieme alla promessa di venirci presto a trovare. 

Mercoledì 18 

Attenta analisi del territorio a Beaune

Partiti da Annecy facciamo una breve ma significativa tappa a Beaune, piccolo ma celebre comune della Borgogna, considerato la capitale dei pregiati vini che portano quel nome. Quindi una tratta non-stop verso Blois, dove il nostro bravo autista Gennaro arriva appena 2 minuti (sì, proprio 120 secondi) prima dello scadere del limite obbligatorio giornaliero di guida. Ad attenderci c’è Benoît Martin con la moglie Anne, presidente del Rotary Club Blois, con i quali passiamo una simpatica ed informale serata al ristorante. Sono loro che ci hanno trovato un’ottima sistemazione in un residence che sarà la nostra base per 4 notti. 

Giovedì 19 

Al maniero di Clos Lucé

In poco meno di un’ora di pullman sulla riva destra della Loira, raggiungiamo il maniero di Leonardo da Vinci a Clos Lucé, nei pressi di Amboise. Ci aspettano Jack Aumarechal con la moglie Anne Marie, presidente del Rotary Club Amboise, che ci accompagneranno per tutta la giornata. All’ingresso ci accoglie la brava e simpatica Eleonora, una ragazza di Ferrara che ci lavora da tempo. È lei che ci guida attraverso le sale dove si respira ancora l’aria del re Francesco I e del suo ospite Leonardo da Vinci, che vi morì il 2 maggio 1519. Quindi un giro nel parco dove ci sono riproduzioni di alcune della più significative realizzazioni meccaniche leonardesche. 

Non poteva mancare un «pranzo rinascimentale» con camerieri in costume cinquecentesco all’interno del parco. Non è mancato perfino chi, nel nostro gruppo, ha voluto poi acquistare per ricordo anche due posate in stile. 

La bella stagione e il clima temperato ci ha quindi permesso, sulla digestione, anche una passeggiata di alcune centinaia di metri per raggiungere il castello di Amboise, che contiene la (pur discussa) tomba di Leonardo. La visita alle sale fino alle torri, da cui si gode un panorama unico della Loira, fa il resto. Impossibile poi non sostare per una foto d’obbligo accanto al busto bianco di Leonardo nel parco. La cena è un incontro conviviale con alcuni soci del Rotary Amboise, che conoscono bene la Toscana in quanto gemellati da tempo con il Rotary Empoli. Ma la parola «Firenze» attira sempre attenzione e curiosità. 

Venerdì 20

Davanti al Castello di Chambord

È il giorno della visita al castello di Chambord, che ci attende con le sue suggestive torri e i tanti camini nonché una fresca aria mattutina, grazie anche alla tramontana che per ora non accenna a placarsi. La guida Michel, che parla un buon italiano, ci fa sentire subito a casa nostra attraverso i grandi spazi delle sale e le suggestive terrazze del castello, iniziato a costruire nel 1519. Ci risiamo con i 500 anni, dirà qualcuno. 

Puntuali alle 12,30 ci presentiamo all’Orangerie all’interno del Castello, dove ci attende un pranzo che merita poco più della sufficienza, ma che ha il vantaggio di essere rapido e poco affollato. Quindi un’oretta di «stacco», con il gruppo fiorentino che si divide tra una nuova visita ai piani del Castello e un oculato shopping alla libreria. Non manca anche una coppia che va a ricercare il punto esatto dove 40 anni fa si era fatta scattare una foto sul grande prato davanti all’ingresso sud. Il confronto con le foto scattate oggi è inevitabilmente disastroso, ma il sorriso e il buon umore restano.  

Nel pomeriggio ritroviamo Benoît e Anne Martin che con vera amicizia e tanta pazienza ci attendono davanti all’ingresso del Castello di Blois, nel cuore della città. Ci accompagnano nella visita allo storico complesso monumentale, testimone del regno di Caterina de’ Medici e dei suoi figli, prima di trasferirci all’incontro con i Soci del Rotary Club Blois,che per l’occasione hanno spostato la loro riunione settimanale per poterci incontrare. 

La serata e l’accoglienza al Mercure Hotel lungo la Loira avviene nel segno di una grande cordialità rotariana con il rituale ma non meno sentito scambio di gagliardetti. Il prossimo appuntamento sarà a Firenze. Gli instancabili Benoît e Anne insistono poi per accompagnarci allo spettacolo «Suoni e luci» all’interno del Castello. Passiamo senza sforzo 45 minuti in piedi in mezzo al grande cortile monumentale, mentre voci, luci e tanta storia di Francia scorre velocemente davanti ai nostri occhi. Al termine le nostre articolazioni protestano molto meno di quanto ci si poteva aspettare e ci consentono di raggiungere a piedi senza difficoltà il nostro residence. 

Sabato 21

Castello di Chenonceau

Ci aspetta, sulle due rive del fiume Cher affluente della Loira, il castello di Chenonceau. È il momento culmine del viaggio, tutto dedicato a Caterina de’ Medici e alla cura che dedicò al castello, in particolare ai giardini. La pausa pranzo è presso l’Orangerie del Castello, dove non è stato facile trovare una prenotazione ma che all’unanimità dal nostro gruppo riscuote il «numero uno», tra i vari pranzi e cene del nostro viaggio. 

Non è facile ripartire da Chenonceau, vista la bellezza del luogo, ma il pullman di Gennaro ha già i motori (e l’aria condizionata a manetta) accesi. Per rientrare a Blois ci dirigiamo verso il castello di Chaumont («più bello di fuori che dentro» commenta qualcuno) su un poggio che domina la Loira. Il commento è comprensibile: dopo Chenonceau non è facile trovare subito qualcosa alla sua altezza. 

Domenica 22

Le quattro notti a Blois sono volate in un attimo. È ora di puntare nuovamente a sud. Prima di partire facciamo scorte per il viaggio presso un fornaio che ci rifornisce ancora prima dell’orario di apertura della sua «boulangerie». Il rischio di non poter fare la prima colazione al residence, vista l’ora mattutina, è alto. Poi scopriamo invece che per noi l’addetta del residence arriva prima del previsto e ci apre la sala da pranzo. Partiamo puntuali e con una buona scorta di croissant e baguettes appena usciti dal forno. 

Dopo la Loira ci aspettano oltre 700 chilometri prima dell’ultima tappa. Per Gennaro sono uno scherzo e le ore passano via veloci, senza troppo traffico e senza richieste di soste «tecniche». L’arrivo ad Arles, storica città capoluogo della Camargue, è puntuale intorno alle 17,30. All’albergo ci aspettano (c’era ormai da immaginarselo) i presidenti dei due Rotary locali. Pierre Raviol del Rotary Club Arles sur Rhône e Roland Fliche del Rotary Club Arles Delta, con le rispettive consorti. 

Da sin. Roland Fliche, Pierre Raviol e Véronique Blanc Bijon

Con molto spirito rotariano e grande cordialità, ci accompagnano per un breve ma significativo giro della città, a dispetto anche della pioggia che – dopo cinque ininterrotti giorni di pieno sole – torna a farsi vedere. Dai giardini disegnati da Van Gogh, al palazzo comunale dove incontriamo il sindaco Hervé Schiavetti, all’anfiteatro romano ed infine alla celebre Arena, simbolo della città, che ospita ancora oggi fino a 12mila spettatori. La serata si conclude in un clima davvero conviviale con una cena, che Pierre Raviol ha scelto con pietanze regionali, a cui partecipa anche Véronique Blanc Bijon, Assistente del Governatore del 1760° Distretto del Rotary insieme ad alcuni soci dei club arlesiani. 

Lunedì 23

Il sole accompagna tutto il nostro viaggio di rientro verso l’Italia. Nella sosta pranzo in una nuova e accogliente area di servizio dopo Imperia, ritroviamo il gusto di un buon piatto di pasta al pesto e di un ottimo caffè di cui stavamo cominciando a perdere l’abitudine. Attraversiamo il cuore di Genova con il pensiero e gli occhi rivolti a quel poco che ancora resta del ponte Morandi. Quindi è tutta una «discesa» verso la Versilia. «Scusate se non abbiamo le chiavi di casa del mare per offrirvi un caffè» scherza qualcuno a bordo. Arriviamo a Firenze in anticipo sulla tabella di marcia. Appena il tempo per i saluti e gli abbracci. Ma già poche ore dopo, dalle rispettive case, gli ultimi messaggi sul gruppo WhatsApp del viaggio Loira ripetono quasi tutti la stessa frase: «Quando si riparte?». 

GALLERIA FOTO (67 immagini)

VERSION FRANÇAISE

(Merci à Concetta Velardi, Rotary Club Annecy Val de Fier)

FLORENCE – Près de 3 000 kilomètres parcourus, 8 lieux notoires visités ainsi que les salles et jardins de 6 célèbres châteaux de la Loire. Rencontre des représentants de 7 Rotary clubs français: d’Annecy à Amboise, de Blois à Arles. Voici donc les “chiffres” du voyage du Rotary club de Florence Nord en France, du 17 au 23 septembre 2019, sur les traces de Léonard de Vinci et de Catherine de Médicis, 500 ans plus tard.

Mardi 17 septembre

Nous partons tôt de Florence en bus, moyen de transport qui favorise la cohésion et le confort, en particulier pour ceux qui, comme toujours, ont des bagages supplémentaires. Une collation rapide avant le tunnel du Mont-Blanc, où exceptionnellement la circulation était fluide. De fait, la route semblait nous appartenir. Puis arrivée à Annecy, la préfecture de la Haute-Savoie qui nous accueille avec un beau soleil deseptembre.

Juste le temps d’une rapide visite de la «Venise des Alpes» à travers les canaux puis d’une rencontre au Novotel avec Colin Reeve, gouverneur du 1780e district du Rotary International, le même jour que la visite au Rotary Club d’Annecy. Les représentants des deux autres clubs Rotary de la région nous ont rejoint pour l’apéritif: Annecy Rive Gauche et Annecy Val de Fier. Pour tous, “Florence” présente beaucoup d’attrait et la promesse de venir nous rendre visite bientôt est scellée.

Mercredi 18 septembre

Après notre départ d’Annecy, nous faisons un arrêt bref mais significatif à Beaune, petite mais célèbre commune de Bourgogne, considérée comme la capitale des grands vins du même nom. Nous avons ensuite poursuivi notre route vers Blois, sans escales, où notre bon chauffeur Gennaro est arrivé 2 minutes (oui, seulement 120 secondes) avant l’expiration de la limite de conduite journalière obligatoire. Nous étions attendus par Benoît Martin, accompagné de son épouse Anne, président du Rotary Club de Blois, avec qui nous avons passé une soirée très conviviale au restaurant. Ils nous ont réservé un excellent logement dans une résidence qui sera notre base pour 4nuits.

Jeudi 19 septembre

En un peu moins d’une heure de bus sur la rive droite de la Loire, nous rejoignons le manoir Léonard de Vinci à Clos Lucé, près d’Amboise. Là-bas, nous attendons Jack Aumarechal et son épouse Anne Marie, président du Rotary Club d’Amboise, qui nous accompagneront tout au long de la journée. À l’entrée, Eleonora, originaire de Ferrara et travaillant au manoir depuis longtemps, nous accueille chaleureusement. Elle nous guide à travers les salles où l’on peut encore ressentir l’atmosphère de l’époque du roi François Ier et de Léonard de Vinci, décédé sur place le 2 mai 1519. Puis, nous continuons par une visite du parc où sont reproduites certaines des réalisations mécaniques les plus importantes de Léonard deVinci.

On ne peux pas manquer un déjeuner typique de la Renaissance avec des serveurs en costume d’époque à l’intérieur du parc. Certains des membres de notre groupe ne peuvent pas partir sans acheter des couverts de luxe en guise de souvenir.

La belle saisons et le climat tempéré nous ont permis, après ce copieux repas, de marcher quelques centaines de mètres pour atteindre le château d’Amboise, qui contient la tombe, sujet à débat, de Léonard. La visite des salles jusqu’aux tours, desquelles nous avons pu profiter d’un panorama unique sur la Loire, nous aébloui.

Enfin, il était impensable de ne pas s’arrêter à côté du buste blanc de Léonard dans le parc pour une photo. Le dîner est un moment sympathique de rencontre avec des membres du Rotary d’Amboise, ceux-ci connaissent bien la Toscane étant donné que leur club est jumelé depuis longtemps avec le Rotary d’Empoli. Cependant la ville de “Florence” suscite toujours beaucoup d’attention et de curiosité.

Vendredi 20 septembre

C’est le jour de la visite du château de Chambord, qui nous attend avec ses fascinantes tours et ses nombreuses cheminées ainsi qu’un air frais du matin, grâce aussi au vent du nord qui ne semble pas pour l’instant s’atténuer. Le guide Michel, qui parle bien italien, nous fait immédiatement sentir chez nous à travers les grandes salles et les terrasses du château, dont la construction à commencé en 1519. De nouveau avec les 500 ans,dira-t-on.

Ponctuels à 12h30, nous nous présentons à l’Orangerie à l’intérieur du château, où nous attend un déjeuner moyennement satisfaisant, mais qui a l’avantage d’être rapide. Ensuite, une heure de liberté pour le groupe florentin qui se divise entre une nouvelle visite des étages du château et des achats à la bibliothèque. Par ailleurs, un couple part à la recherche sur la grande pelouse devant l’entrée sud de l’endroit exact où, 40 ans plus tôt, il s’était fait photographier. La comparaison avec les photos prises aujourd’hui est forcément désastreuse mais le sourire et la bonne humeur demeurent.

Dans l’après-midi, nous retrouvons Benoît et Anne Martin qui nous attendent à l’entrée du château de Blois, au cœur de la ville, avec amitié et patience. Ils nous accompagnent dans une visite du monument historique, témoin du règne de Catherine de Médicis et de ses enfants, avant de participer à la réunion avec les membres du Rotary Club de Blois qui ont, pour l’occasion, déplacé leur réunion hebdomadaire.

La soirée et l’accueil à l’hôtel Mercure de la Loire se déroulent selon une grande cordialité rotarienne avec l’échange rituel mais non moins sincère des fanions. Le prochain rendez-vous sera à Florence. Les infatigables Benoît et Anne insistent ensuite pour nous accompagner au spectacle “Sons et Lumières” à l’intérieur du château. Nous passons 45 minutes debout sans effort au milieu de la grande cour monumentale, pendant que des voix, des lumières et une grande partie de l’histoire de la France défilent rapidement sous nos yeux. À la fin, nos articulations protestent beaucoup moins que ce à quoi nous nous attendions, ce qui nous permet de rentrer facilement à pied à notre résidence.

Samedi 21 septembre

Le château de Chenonceau nous attend sur les deux rives de la rivière Cher, affluents de la Loire. C’est l’aboutissement du voyage, une dédicace à Catherine de Médicis et aux soins qu’elle a consacrés au château, en particulier aux jardins. La pause de midi est à l’Orangerie du château où la réservation n’a pas été simple mais notre groupe lui décerne à l’unanimité la palme d’or parmi les différents déjeuners et dîners de notre voyage.

Ce n’est pas facile de quitter Chenonceau, vu la beauté de l’endroit, mais le bus de Gennaro a déjà le moteur (et la climatisation) en marche. Pour rentrer à Blois, nous nous dirigeons vers le château de Chaumont (“plus beau dehors que dedans” commente quelqu’un) sur une colline surplombant la Loire. Le commentaire est compréhensible : après Chenonceau, difficile derivaliser.

Dimanche 22

Les quatre nuits à Blois se sont envolées en un instant. C’est l’heure de viser le sud à nouveau. Avant de partir, nous faisons le stock pour le voyage chez un boulanger qui nous fournit avant même l’ouverture de sa boulangerie. Le risque de ne pas pouvoir prendre le petit déjeuner à la résidence, vu l’heure matinale, est élevé. Ensuite, nous découvrons, au contraire, que la responsable arrive plus tôt que prévu et nous ouvre la la salle à manger de la résidence. Nous partons à l’heure prévue avec une bonne quantité de croissants et de baguettes tout juste sortis dufour.

Après la Loire, plus de 700 kilomètres nous attendent avant la dernière étape. Pour notre chauffeur Gennaro c’est de la rigolade et les heures s’écoulent vite, sans trop de trafic et sans demandes d’assistance “technique”. Nous arrivons ponctuels vers 17h30 à Arles, capitale historique de la Camargue. Les présidents des deux clubs Rotary locaux nous attendent à l’hôtel (comme nous l’avions supposé). Pierre Raviol du Rotary Club d’Arles sur Rhône et Roland Fliche du Rotary Club du d’Arles Delta, avec les conjointes respectives.

Avec beaucoup d’esprit rotarien et une grande cordialité, ils nous accompagnent pour un bref mais significatif aperçu de la ville, malgré la pluie qui – après cinq jours de soleil consécutifs – est de retour. Des jardins dessinés par Van Gogh à la mairie où nous rencontrons le maire Hervé Schiavetti, en passant par l’amphithéâtre romain et finalement la célèbre arène, symbole de la ville, qui accueille encore aujourd’hui jusqu’à 12 000 spectateurs. La soirée se termine dans une atmosphère conviviale autour d’un dîner de plats régionaux sélectionnés par Pierre Raviol; dîner auquel participe Véronique Blanc Bijon, adjointe du Gouverneur du 1760e district du Rotary, ainsi que d’autres membres des clubs arlésiens.

Lundi 23

Le soleil accompagne tout notre voyage de retour en Italie. Lors de la pause déjeuner dans une aire de service après Imperia, nous retrouvons le goût d’un bon plat de pâtes au pesto et d’un excellent café dont nous commencions à perdre l’habitude. Nous traversons le coeur de Gênes avec une pensée et les yeux tournés vers ce qui reste du pont de Morandi. Nous continuons notre route vers Versilia. “Désolé, je n’ai pas la clé de la maison en bord de mer pour vous offrir un café” quelqu’un plaisante à bord. Nous arrivons à Florence avant l’heure prévue. Le temps des salutations est arrivé. Mais déjà quelques heures plus tard, depuis les maisons respectives, les derniers messages sur le groupe WhatsApp du voyage dans la Loire répètent presque tous la même phrase:«quand est-ce qu’on repart?»

Francia, Interclub, Loira

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