Il trattato di Versailles (1919-2019) rivisto 100 anni dopo
FIRENZE – Doveva essere un trattato di pace e fini per diventare il preludio di una nuova e più devastante guerra mondiale. Gabriele Melani, avvocato di professione e storico per passione, ha ripercorso al Rotary Firenze Nord il 3 luglio le tappe del Trattato di Versailles firmato (nel suo impianto principale) il 28 giugno 1919 al termine della prima guerra mondiale.
È stata la serata inaugurale dell’anno rotariano 2019-2020 del Rotary Firenze Nord, di cui Melani è socio e past president. Fa parte del ciclo «A tu per tu con la storia».
«Non fu una vera conferenza di pace – esordisce Melani – perché di fatto c’erano solo le potenze vincitrici». Chi fece la parte del leone? «La Francia – continua Melani – che era rappresentata dal primo ministro Georges Clemenceau. Passerà alla storia con il nome ‘Il Tigre’. Uomo certamente duro ma anche spietato che vuole imporre una pace cartaginese ai tedeschi». Un diktat troppo pesante verso gli sconfitti, che di fatto in pochi anni porterà all’affermazione in Germania del nazionalsocialismo, con tutte le tragiche conseguenze che la storia ricorda nel XX secolo.
«Che quel trattato di Versailles – tuona Melani – fosse sostanzialmente ‘criminoso’ non lo diciamo noi nel 2019. Se ne erano già accorti un secolo fa. Lo stesso francese Ferdinand Foch, comandante in capo degli eserciti alleati, commentò: questa non è una pace, ma una tregua di vent’anni». «Ricordo solo – conclude Melani – che tra il 28 giugno 1919 e il 1 settembre 1939 (invasione della Polonia da parte della Germania) passano esattamente 20 anni, 2 mesi e 3 giorni».