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da sin. Massimo Generoso, Francesco Selvi, Gianluca Rocchi e Maurizio Francini

«Coverciano, una leggenda che continua» ospite al Rotary Firenze Nord

da sin. Massimo Generoso, Francesco Selvi, Gianluca Rocchi e Maurizio Francini
da sin. Massimo Generoso, Francesco Selvi, Gianluca Rocchi e Maurizio Francini (Foto Luca Righeschi)

FIRENZE – Una storia raccontata sotto forma di dialogo. Molto più di un’intervista. Nasce così «Coverciano – Una leggenda che continua», il libro scritto a quattro mani da Maurizio Francini e Massimo Generoso, che apre virtualmente i cancelli di un luogo famoso in Italia e all’estero, visibile a tutti ma inaccessibile ai più. Basta pronunciare il nome Coverciano e tutti sanno di cosa si parla. 

Il volume è stato l’ospite d’onore di una serata conviviale promossa dal Rotary Firenze Nord presieduto da Luigi Fazzini il 25 gennaio, dove gli autori sono stati intervistati (meglio dire stuzzicati) dal giornalista di lungo corso Francesco Selvi. Con loro anche l’arbitro internazionale Gianluca Rocchi (fiorentino doc) la cui presenza è stata presa al volo, tra l’altro, per illustrare l’imminente introduzione in serie A del cosiddetto «fuorigioco semi-automatico», un’implementazione tecnologica per facilitare (questo è l’auspicio) i tempi decisionali dell’arbitro in merito ad un possibile offside. 

Attentissimo il Governatore del 2071° Distretto Rotary Nello Mari, pistoiese, che non perde una battuta (da buon tennista) della serata e che quasi sobbalza quando scopre che settanta anni fa Firenze riuscì a battere Montecatini Terme nella scelta del luogo dove la Figc avrebbe costruito il Centro Tecnico, che sarebbe poi diventato il fiore all’occhiello del calcio italiano. Nella buona sorte e in quella da cui si riparte dopo una sconfitta.  

(Foto Luca Righeschi)

VIAGGIO NELLA STORIA

Tornando alla «leggenda» di Coverciano, il lettore scopre un dialogo continuo tra Massimo Generoso e sua moglie Rita con Maurizio Francini, che fa da guida ai due ospiti attraverso la storia del tempio del calcio. Dagli inizi negli anni ’50, all’indomani della tragedia di Superga, quando si pensò ad una casa comune del calcio che fosse collocata geograficamente nel centro Italia per facilitare gli arrivi di calciatori e allenatori dal nord e dal sud della penisola. L’inaugurazione avvenne nel novembre 1958. 

In un fiato si arriva fino ai giorni nostri anche attraverso le parole di personaggi «incontrati» durante la visita: dal Ct Roberto Mancini al presidente del settore tecnico Demetrio Albertini. Dal presidente dell’Aia Alfredo Trentalange al capo dell’associazione allenatori Renzo Ulivieri e all’omologo Umberto Calcagno per quella dei calciatori. Dall’inviata di Rai Sport Donatella Scarnati a Francesco Sconforti presidente dell’Associazione Stelle e Palme al merito del Coni e del Cip. Ma non manca neppure la musica con il cantautore Marco Masini (altro fiorentino doc) che per anni ha abitato non lontano da Coverciano. 

Un intero capitolo a parte riguarda la «creatura» di Fino Fini, già medico della Nazionale e per quasi trent’anni (fino al 1996) direttore dello stesso Centro tecnico. Parliamo del «Museo del calcio» di cui Fini – parole di Maurizio Francini che lo definisce il suo secondo padre – «fu prima l’ispiratore e poi l’interprete assoluto, spesso un solista». Nel 2000 Fini riuscì a portare a termine l’inaugurazione del museo «inteso come luogo di cultura, dove poter insegnare a tutti, ma soprattutto ai più giovani l’importanza dello sport e del calcio come mezzo di crescita e di sviluppo individuale». La visita al museo dura oltre venti pagine del libro di Francini e Generoso, che scorrono in un momento. Vi sono raccolti momenti, foto e passaggi fondamentali di oltre un secolo di storia del calcio italiano, dal 1910 al 2021, quello della vittoria agli Europei vissuta attimo dopo attimo all’interno del Centro tecnico di Coverciano mentre gli azzurri in campo si ricoprivano di gloria. 

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