Alla scoperta del David nascosto nelle cave di marmo delle Alpi Apuane
CARRARA – Ecco una nuova suggestiva immagine del David di Michelangelo che ho appena gelosamente riposto nel cassetto della memoria. Quello stesso dove restano custodite nel tempo alcune immagini di viaggi che più ci hanno colpito. Questa volta il viaggio è breve, in Toscana, ma non meno indimenticabile e suggestivo.
Il cassetto della memoria
Come una volta in Francia, quando con la macchina svoltai lentamente sul rettifilo che, seguendo la mappa, portava direttamente alla Cattedrale di Reims. Era molto presto. Per strada pochissimi frettolosi passanti. Traffico quasi assente. Negozi chiusi. Ed ecco che in fondo nel mio ricordo improvvisamente e lentissimamente come in una dissolvenza in apertura apparve la maestosa facciata. Ero con i miei. Insieme ci scappò la parola: «Bella!».
Come un’altra volta nel deserto del Sahara. Ero in una Land Rover insieme a cinque colleghi della Clinica oculistica. Si parlava, si cantava felici della vacanza gli occhi rivolti distrattamente al paesaggio. Tanto era tutto deserto! Improvvisamente ci zittimmo. La guida, il nostro eccezionale pilota Tuareg Guider, aveva di colpo iniziato ad accelerare accelerando sempre più. La Land puntava dritta. Ma dove? Davanti al cofano si vedeva solo la parete di sabbia con sopra il cielo. Dove stava andando, mentre la velocità continuava ad aumentare? Cosa c’era dall’altra parte?
Improvvisamente raggiungemmo la sommità della duna. La macchina si fermò. Davanti una distesa infinita di dune più o meno alte più o meno a cono o schiacciate ma tutte con i numerosi colori del rosa sotto un intenso cielo azzurro. Dalle nostre bocche simultaneamente un «ooooh!» seguito da uno spontaneo applauso.
Sui tratturi delle Apuane
Proprio a Reims e al Sahara ripenso, in una recente domenica d’agosto, mentre sulle Alpi Apuane saliamo, un po’ faticosamente, lungo un tratturo cosparso di migliaia di sassetti di marmo che impediscono di fare una buona presa alle nostre scarpe. Il Jeeppone è rimasto un po’ più in basso fin dove la strada lo permette. E ora su a piedi. Sì, ma fino a dove? Curva dopo curva, e ancora curve. E poi? Ma ecco che, anche qui improvvisamente, appare su una parete alta, bianca, imponente un grande murales dipinto sulla parete di marmo statuario. Il David, proprio lui. La testa di quello scolpito da Michelangelo, come sbocciato dalla roccia per mano dello street artist Eduardo Kobra. Ed anche qui, come a Reims e nel Sahara, parte spontaneo un lungo «ohhhhh! Bello!».
Ma come era nata l’idea dell’escursione? Da un desiderio di mio figlio Nicola di andare a vedere questa opera d’arte, compiuta nel 2017 in circa un mese tra disegni, progetti e realizzazione effettiva. Non era facile trovare chi potesse guidarci in questo «viaggio». Un momento di riflessione e ancora una volta la parola chiave è stata il Rotary.
Grazie al Presidente del Rotary di Carrara e Massa Fabrizio D’Alessandro e al past President Matteo Bertucci in poche ore riusciamo ad organizzarci. Con noi ci sono Marco ed Ernesto, della Cooperativa Gioia, che dirige una delle più grandi e belle cave di marmo di Carrara nella zona vicino a Colonnata.
Nasce così una giornata spettacolare. Anche il tempo si mette dalla nostra parte. La visione improvvisa della mastodontica testa del David dipinta sulla parte di marmo fa il resto.
Il murales sul marmo
Il Murales è stato realizzato dall‘artista Eduardo Kobra, street artist brasiliano di fama internazionale, che da anni gira il mondo lasciando sulle pareti delle città i suoi coloratissimi personaggi. Nel 2017 nella Cava Gualtiero Corsi, tra Carrara e Massa. Il David, 12 metri per 20, è dipinto con vari e accesi colori, con tecnica aerografa sopra ad una parete perfettamente bianca a 820 metri in mezzo alla cava.
Kobra – ci viene detto – ha desiderato dipingere proprio qui il David con i suoi tipici colori arlecchino, dando all’opera un profondo simbolico significato. «Riprodurre il David – sono parole dell’artista – nel luogo dove Michelangelo ha passato del tempo per trovare il marmo migliore. È stato come riportare il David da dove era venuto».
Siamo lì, nel solare silenzio di una giornata festiva a goderci questa meraviglia. Il cielo, il mare, il marmo, gli enormi gradoni tagliati con il filo diamantato, le gru che si stagliano nel cielo, i gialli Caterpillar con enormi ruote. Tutto favorisce, momento dopo momento, l’assaporare un’esperienza irripetibile, che per sempre rimarrà nelle nostre menti.
I miei tre nipoti (Lorenzo, Niccolò, Martino) sono particolarmente entusiasti. Ognuno reagisce secondo il proprio carattere ma tutti ugualmente felici di una esperienza che nessun toboga, nessun otto-volante potrà mai ripetere. Martino, poco più di 3 anni (epoca dei ‘perché?’) subissa il guidatore Marco con una serie di domande colpito particolarmente dalle ruote e dai cingoli dei Caterpillar.
Le ore passano veloci. Difficile staccarsi da quella parete e da quel pianoro che ci dà la possibilità di godere di un bellissimo spettacolo di marmo cielo mare, con uno sfondo all’orizzonte delle prime propaggini di isole dell’Arcipelago Toscano e, molto più vicino, la costiera delle Cinque Terre.
Tutta questa bellezza viene esaltata dalla bravura e dalla perizia dei due accompagnatori della cava Marco ed Ernesto. Con noi Fabrizio D’ Alessandro Presidente del Rotary Carrara e Massa che ci racconta la tecnica del taglio del marmo, la storia delle cave fin dai tempi dei romani, il modo di trasportare i massi (la famosa lizzatura). Ma anche le diatribe intestine tra Carrara e Pietrasanta su dove era stato prelevato uno dei più famosi blocchi di marmo statuario. Quello da cui Michelangelo «estrasse» il suo David.
È il momento di tornare. Un altro cassettino della memoria può così richiudersi, sia pure a fatica, per tutti noi. Un po’ meno per Martino che a sera, mentre piuttosto stanco va a letto, ogni tanto ripete: «Sì, ma con i cingoli si va più veloci!».
Un grazie affettuoso a tutti gli amici che sono stati gli artefici di questa giornata e un grazie particolare al Rotary di Carrara e Massa. Senza loro e senza la proverbiale amicizia questa giornata non ci sarebbe stata.
Paolo
========
Nota della redazione del RC Firenze Nord: ringraziamo il past president Paolo Santoro per aver voluto condividere con i lettori questa sua suggestiva esperienza. Aspettiamo analoghi contributi (articoli, foto, video, notizie) da tutti i Soci. Grazie
Stefania
Ho sentito, più volte, parlare del murales, ma non sono mai andata a vederlo. Sicuramente meriterebbe salire fino alla cava perché è qualcosa di veramente bello.
Complimenti, anche da parte di Roberto.