Impoverimento del linguaggio: crisi e (possibili) rimedi
FIRENZE – L’impoverimento del linguaggio è un processo inarrestabile o ci possono essere opportune contromisure? Un tema di crescente attualità affrontato dalla professoressa Francesca Ditifeci, docente di lingua, traduzione e linguistica inglese all’Università degli Studi di Firenze, mercoledì 17 luglio al Rotary Firenze Nord presieduto da Carlo Corbinelli.
CRISI DELLA PAROLA
«La peculiarietà dell’uomo è quella di essere parlante. Questo il punto fondamentale da riscoprire – attacca Ditifeci nella sua molto seguita relazione – perché è proprio il valore della parola a costituire l’essenza stessa della vita umana». Cosa sta succedendo? «Stiamo davanti a una crisi. Della parola, del dialogo. Lo si vede bene in particolare nella cosiddetta semplificazione, meglio detta impoverimento, a tre livelli. Lessicale, grammaticale e sintattico. Il tutto poi a volte infarcito anche di anglismi, di questo italian english, una metalingua non si sa più che lingua è». In altre parole un abbassamento di livello, le viene osservato. «Esattamente – replica – tanto più che in tutto questo si innesca anche l’intelligenza artificiale. Che personalmente preferisco chiamare intelligenza delegata, utile ma che va saputa gestire senza subirla. Il rischio concreto in definitiva è il graduale atrofizzarsi del nostro sistema cognitivo».
ESSERE E FARE
Cosa fare per ridare valore alla parola e quindi all’homo sapiens? Ditifeci non ha dubbi. «Prima di tutto occorrerebbe uno slittamento semantico. Sostituire il verbo ‘fare’, perché secondo me facciamo anche troppo, siamo sempre pronti a fare. Sostituiamolo con il verbo ‘essere’. Ritorniamo a quella che è l’essenza dell’essere umano in quanto parlante. Non a caso Heidegger diceva che il linguaggio è la dimora dell’essere». «Occorre poi – aggiunge – voler riscoprire il valore della parola e di alimentarci di buone parole, così come ci nutriamo di pane e siamo attenti agli alimenti che scegliamo.
LETTURA E ASCOLTO
Naturalmente, per riuscire a parlare bene e soprattutto farsi capire, è fondamentale saper leggere. Un discorso che vale per tutti. Come lo è la capacità di saper ascoltare che va recuperata. «È questo il fondamento della capacità di relazione con gli altri. Come è necessario – conclude la professoressa Ditifeci – riscoprire un aspetto che chiamo ‘democratico’. La nostra lingua è aperta a tutti. Non deve essere impoverita, ma bisogna cercare di andare verso l’alto, anche con il recupero del lessico di cui si sta perdendo l’importanza».
Pbe
Completamente d’accordo anche se non vedo possibilità se non quella di rallentarne la caduta.